Tre domande e risposte sull’orticaria
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Cos’è l’orticaria?
L’orticaria è una condizione della pelle caratterizzata dalla comparsa di lesioni cutanee rosse e rilevate chiamate pomfi, spesso associate a prurito, che possono essere di varie dimensioni, limitate ad una parte del corpo (orticaria localizzata) o distribuite su grandi aree (orticaria diffusa). In base alla durata e alle modalità di insorgenza, l’orticaria si distingue in orticaria acuta (se dura meno di sei settimane) ed orticaria cronica (che dura più di 6 settimane e persiste nel tempo).
Cosa la causa?
Il principale ‘attore’ della reazione orticarioide è una sostanza chiamata istamina, che provoca dilatazione dei vasi sanguigni e conseguentemente rossore e gonfiore della pelle.
L’orticaria acuta può essere spesso di natura allergica ed è solitamente causata da farmaci, alimenti, o punture di imenotteri (api, vespe, calabroni). Tali allergeni interagiscono con il nostro sistema immunitario determinandone il rilascio dell’istamina, con conseguente innesco della reazione allergica.
Nella forma cronica molto spesso non è identificabile una causa, ma può esservi una correlazione con una patologia autoimmune, (come lupus, artrite reumatoide, celiachia) o con altre condizioni croniche, quali infezioni, patologie della tiroide, tumori, epatiti, o parassitosi intestinali.
Come si risolve?
La terapia di elezione, quando necessaria, è rappresentata dagli antistaminici: vengono somministrati per via orale e sono, come indica il nome stesso, capaci di inibire il rilascio di istamina, riducendo prurito e rash cutaneo, alleviando quindi i sintomi. Molto spesso l’utilizzo degli antistaminici è sufficiente al controllo della sintomatologia, eventualmente aumentando la dose terapeutica (fino a 4 volte quella prevista).
Nei casi di di orticaria di maggiore intensità, o di associazione con angioedema o altri sintomi, si può ricorrere a un breve ciclo di corticosteroidi per via sistemica. In alcune forme di orticaria cronica particolarmente resistenti agli antistaminici è possibile effettuare una terapia con anticorpi monoclonali rivolti contro gli anticorpi IgE, impedendone in tal modo il legame con le cellule responsabili del rilascio dell’istamina.
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