Allergia al lattice

Cosa fare in caso di allergia al lattice?

I guanti monouso, in particolare quelli in lattice, insieme alle mascherine, sono diventati negli ultimi due anni di pandemia degli oggetti di uso comune. Non tutti però possono utilizzarli.

Chi soffre di allergia al lattice deve evitare in qualsiasi circostanza di entrare in contatto con questa sostanza, contenuta non solo nei guanti, ma anche nei preservativi, in alcuni attrezzi per il fitness, nei materassi, nei cuscini, nei palloncini e in tantissimi altri oggetti realizzati in gomma naturale.

Tuttavia, l’allergia può verificarsi non solo con il contatto al lattice, ma anche con la semplice esposizione a tale sostanza. Nel primo caso le manifestazioni saranno solitamente prurito, rossore, comparsa di pomfi o eczemi; nel secondo, l’inalazione dell’allergene può provocare sintomi quali rinocongiuntivite, asma, edema della glottide, e in alcuni casi anche lo shock anafilattico.

Tutti possono sensibilizzarsi al lattice, ma le persone che sono a continuo contatto con la gomma (es. lavoratori nell’industria della gomma, operatori sanitari a continuo contatto con presidi contenenti lattice) sono le categorie più a rischio.

Alcune persone con allergia al lattice possono sviluppare anche sensibilizzazioni nei confronti di alcuni alimenti, specialmente di origine vegetale, che contengono proteine simili a quelle del lattice (in questo caso si parla di cross-reattività).

La contemporanea allergia al lattice e ad alcuni tipi di frutta viene riconosciuta con il nome “sindrome latex-fruit”. Le più comuni allergie lattice-correlate sono quelle a noci e banane, ma possono interessare anche altri tipi di vegetali, quali ananas, castagne, ciliegia, fichi, fragole, frutto della passione, kiwi, mele, melone, papaia, patate, pere, pomodori, rape ecc..

Nel caso si sospetti un’allergia al lattice è necessario eseguire una visita allergologica.

Una volta effettuata un’anamnesi dettagliata, il sospetto potrà essere verificato mediante l’esecuzione di test allergologici cutanei ed ematici. Il test cutaneo consiste in un prick test con estratto di lattice standardizzato. Nel caso in cui non risulti eseguibile o risulti negativo a fronte di un consistente sospetto clinico, l’allergia può essere indagata con un prelievo per dosare le IgE specifiche per il lattice e per i suoi principali allergeni. Se entrambi i test risultano negativi ma rimane il sospetto, si può eseguire un test di provocazione generalmente effettuato verificando gli effetti dell’uso di un guanto in lattice sotto controllo clinico.

Per l’allergia al lattice non esiste al momento una cura risolutiva. Pertanto, chi ne soffre deve per prima cosa evitare qualsiasi contatto con oggetti che contengono l’allergene.

In caso di sintomi come quelli precedentemente descritti, la terapia può prevedere l’assunzione di farmaci antistaminici e cortisonici, per via orale o sotto forma di pomate, gel o creme da applicare sulla superficie cutanea interessata. Nei casi di reazione allergica particolarmente grave può essere necessario ricorrere prontamente alla somministrazione di adrenalina.

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