Quando è il momento di consultare un allergologo?
Una delle problematiche che risulta essere maggiormente collegata ai cambiamenti climatici è il progressivo incremento delle allergie respiratorie. Le allergie sono in costante crescita, in particolare nei grandi centri urbani, amplificate dall’aumento delle temperature e della presenza di agenti chimici nell’atmosfera, che contribuiscono ad alimentarne i sintomi.
La scelta migliore da fare, al fine di stabilire un’adeguata prevenzione ed una corretta terapia dei sintomi legati alle allergie, è quella di consultare un allergologo.
L’allergologo è il medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento delle malattie allergiche. Sarà in grado di identificare le cause dell’allergia, aiuterà il paziente a prevenirne l’insorgenza, a gestirne i sintomi e, ove possibile, a curare definitivamente la malattia.
Nel corso della visita, l’Allergologo valuterà la possibile natura allergica dei sintomi e deciderà di conseguenza se effettuare gli accertamenti allergologici del caso.
La visita allergologica non può prescindere da un’adeguata raccolta della storia clinica del paziente (anamnesi). Una allergia può manifestarsi solitamente con sintomi respiratori (starnutazione, naso che gocciola, naso chiuso, tosse, fiato corto, sibilo respiratorio), oculari (occhi che prudono e lacrimano) o cutanei (rossore, gonfiore, prurito, secchezza e desquamazione della pelle). Per l’allergologo sarà importante anche capire quando tali sintomi sono iniziati, se sono sporadici o persistenti, se sono presenti solo in certi periodi dell’anno e se si manifestano in circostanze specifiche, ad esempio in presenza di animali, con l’ingestione di un determinato alimento o dopo aver assunto un farmaco.
La visita potrà quindi essere integrata con l’esecuzione di test allergologici cutanei: con allergeni inalanti (pollini, acari della polvere, pelo di animali, muffe) in caso di sintomi respiratori, alimentari (proteine di latte e uovo, pesce, crostacei, carni, grano, frutta, frutta a guscio ed altri ancora) se c’è il sospetto di un’allergia alimentare, ed allergeni da contatto (es. metalli come il Nichel, tessuti, coloranti, conservanti, resine, ecc.) in caso di sospetta reazione da contatto con la pelle. Si può così identificare l’allergene responsabile del quadro clinico del paziente, e di conseguenza attuare le opportune norme di prevenzione ed impostare la terapia più indicata.
È bene sottolineare che le malattie allergiche sono patologie sistemiche; ciò implica che i sintomi possono interessare contemporaneamente più organi. Per tale motivo, la loro gestione necessita di una visione d’insieme, che non si limiti esclusivamente a quanto esposto dal paziente come motivo della visita. È proprio questo il valore fondamentale di una corretta valutazione allergologica, che non si focalizza esclusivamente sull’organo interessato, ma consente di individuare anche altre patologie allergiche concomitanti.